Megara Hyblaea

Megara Hyblaea foto di S. Brusca
Megara Hyblaea (forse identica a Hybla Major) è il nome di un'antica colonia greca in Sicilia, situata nei pressi di Augusta (SR). Il nome della città deriva dal re siculo Hyblone che abitava nella vicina Pantalica. Fondata
nel 728 aC da colonizzatori provenienti da Megara, i quali in precedenza si erano insediati nei pressi di Trotilon (l'attuale Brucoli), a Leontini ed a Thapsos. Circa cento anni dopo fondarono Selinunte, probabilmente in cerca di nuovo suolo destinato al loro sviluppo. Non è mai sembrata essere una città di rilevante importanza e non ha mai tratto alcun vantaggio dalla sua posizione. Venne distrutta da Gelone nel 481 aC circa e sembra che le sue mura furono rase al suolo. Nella spedizione ateniese contro Siracusa (415-413), Lamaco propose (essendo allora deserta) di renderla una base operativa in forza all'esercito ateniese; ma la sua proposta non venne tenuta in considerazione finché i siracusani stessi non la fortificarono. Nel 309 venne ancora fortificata; ma dopo la conquista avvenuta ad opera di Marcello, nel 214, si ricomnciò a parlare di essa. Tucidide narra che venne fondata dall'ecista Lamis proveniente da Megara Nisea. Secondo la tradizione il fondatore ottenne la terra su cui costruire la colonia dal re siculo Iblone. Per questo motivo la nuova città assunse anche l'appellativo di Iblea. Gli scavi si sono protratti fino al 1891 mirati al riportare alla luce la parte nord-occidentale della città grazie al lavoro degli archeologi francesi Georges Vallet e François Villard. La città era lambita a nord dal porto ed aveva una necropoli contenente circa un migliaio di tombe. Fu la città natale del commediografo Epicarmo.
Numerosi resti archeologici sono tuttora visibili sul sito. Vennero scavati nell'immediato dopoguerra grazie al grande contributo dell'archeologo francese Vallet e dagli archeologi italiani Luigi Bernabò Brea e Gino Vinicio Gentili. Sul sito sono ancora visibili: l'agorà con i resti di due portici i bagni ellenistici l'heroon i resti delle mura di cinta i resti di un tempio ellenistico le fondamenta di un tempio arcaico Al museo regionale Paolo Orsi di Siracusa sono esposti i numerosissimi resti recuperati durante le campagne di scavo. Tra i più importanti ricordiamo: la statua arcaica in calcare della "Dea Madre" in trono (VI sec. a.C.), che allatta due gemelli (kourotrophos), ritrovata dagli scavi condotti dall'archeologo italiano Gino Vinicio Gentili; il torso marmoreo di uomo (kouros), in stile dorico; una particolare maschera teatrale (sempre del del VI sec. a.C.).





tratto da wikipedia, foto di Sebastian Brusca

Nessun commento: