Il Presepe della Borgata

Dopo un lungo e certosino lavoro che ha visto piacevolmente impegnati diversi componenti della comunità parrocchiale, ecco il presepe della chiesa del S. Cuore o più propriamente il “presepe della Borgata”. Si, perché quello che si è voluto ricostruire è l’ambientazione della Natività nel “Rione Borgata Stazione” nella sua originaria connotazione rurale: il fondaco, a “putia” a “salina”, a “carcara” e le altre attività commerciali dell’epoca. Non mancano altresì alcune simbologie di una certa rilevanza quale la ricostruzione in scala della nostra chiesa parrocchiale edificata tra il 1937 e il 1941 e la Porta spagnola (segno inequivocabile del legame con la città vecchia).Le figure dei “pastori” sono state commissionate all’artista Vellardita di Caltagirone e sono ritratti nei loro impegni quotidiani. Ci piace segnalare la specifica realizzazione per il nostro presepe dei “pastori” raffiguranti i salinari e i “riatteri”. Si tratta, infatti, di statuine che non appartengono al catalogo “Villardita” e sono state appositamente commissionate dal parroco Don Davide Di Mare per rendere più verosimile l’ambientazione della Natività nel nostro rione. La visita al presepe monumentale suggerisce una attenta riflessione circa il patrimonio irrimediabilmente perduto. La visione di certe ambientazioni che caratterizzavano il nostro territorio conferma la distruzione operata dall’uomo e la rottura dell’armonia tra il paesaggio e il costruito. Nella ricostruzione delle scene vi sono chiari riferimenti alle tradizioni sociali, culturali e religiose del nostro popolo. Il panificio, con il forno a legna e l’immagine di S. Giuseppe “Padre della Provvidenza”, la stalla con le mucche al pascolo che un tempo transitavano per il centralissimo Corso Croce (oggi via G. Lavaggi); la salina e gli uomini intenti alla raccolta del sale; all’interno della “casa a’ salina” sopra un tavolo grezzo campeggia “a fuuredda” della Madonna del Carmine già venerata quale celeste protettrice della categoria. In passato erano i salinari ad organizzare la festa del 16 luglio e portare in processione il pesante fercolo. Ricostruita anche la fornace della Regia trazzera (ancora esistente nel 1969) dove numerosi carcarari producevano ciaramini (tegole), bummuli e quartari. La presenza dell’ebanista nel contesto del presepe vuole ricordare a’ putia do carritteri Vinci (don Vittorio) e Salvatore Ossino, abili costruttori di pregevoli carretti, mentre le grandi botti sono una chiara allusione al fondaco di Salvatore Lentini, detto u’ vitturisi che offriva ai viandanti un posto letto nell’annesso pagliaio. Dal vitturisi ci si poteva fermare anche per una giocata a carte e per consumare uova sode e fave caliate. Nel presepe è inoltre presente il tipico carro matto con il carico di diverse damigiane di candeggina. Si tratta della riproposizione di una tipica figura della Borgata dei tempi andati e in particolare dell’ ambulante Baldassarre Pinnone venditore al minuto di candeggina (lisciuni). Offriamo dunque alla comunità e all’intera cittadinanza, questa suggestiva pagina della nostra storia, un “pezzo” significativo della “memoria” e dell’identità di un quartiere che ha perso – purtroppo – i “segni” delle sue origini. In questa ricostruzione e nei volti delle tante figure intente al lavoro o nella quotidianità invitiamo a ravvisare il volto del Dio che nasce per tutti noi."In principio era il Verbo" (Gv 1,1). Con queste parole Giovanni comincia il suo Vangelo facendoci risalire al di là dell'inizio del nostro tempo, fino all'eternità divina. A differenza di Matteo e di Luca che si soffermano soprattutto sulle circostanze della nascita umana del Figlio di Dio, Giovanni punta lo sguardo sul mistero della sua preesistenza divina.Ed è questo l’invito che rivolgiamo a grandi e bambini che si fermeranno davanti a questo presepe. Fermarsi per “fare memoria” della nostra storia e della nostra fede. "In principio era il Verbo". In questa frase, "in principio" significa l'inizio assoluto, inizio senza inizio, l'eternità appunto. L'espressione fa eco a quella presente nel racconto della creazione: "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Gn 1,1). Ma nella creazione si trattava dell'inizio del tempo, mentre qui, ove si parla del Verbo, si tratta dell'eternità.Sostate pertanto in preghiera e meditazione, lasciandovi condurre all’interno del “presepe” per vivere e celebrare il grande Mistero dell'Incarnazione.

Il presepe è stato realizzato per la fattiva collaborazione di:Ditta FAC di Franco Pompeano; Cantieri Navali TRINAVAL di Aprile; Angelo e Adriana Breci, Mario e Rosita Raciti, Carmelo e Pina Castro, Maria Morello, Giuseppe Casalaina, Giulio Senaglia, Pippo Aloisi, Pino Carrabino, Vittorio Sorbello, Pina Venturelli, Patrizia Marinaro, 

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